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Nuovo piano quinquennale: dove va la Cina?

Data pubblicazione: 14 novembre 2025

Autore:

Wealthype.ai per Fineco Bank
Rappresentazione visiva dell'articolo: Nuovo piano quinquennale: dove va la

Cina?
  1. A ottobre si è tenuta la Quarta Plenaria che ha definito le linee guida per 2026-2030.
  2. Industria e IA sono tra le priorità insieme al potenziamento dei consumi.
  3. Le Big Tech cinesi offrono opportunità interessanti, ma non mancano i punti di attenzione.


Intelligenza Artificiale, indipendenza tecnologica dall’estero e costruzione di un sistema industriale moderno, insieme a un vigoroso potenziamento dei consumi. Sono questi i pilastri del nuovo piano quinquennale cinese, messi a fuoco nel corso della Quarta Plenaria del 20esimo Comitato Centrale del Partito: il meeting, tenutosi tra il 20 e il 23 ottobre, ha definito le linee guida del Piano 2026-2030, che sarà presentato ufficialmente, con numeri e maggiori dettagli, a marzo 2026.


La Plenaria – che si è svolta la settimana prima dell’incontro tra il presidente cinese Xi e quello statunitense Trump (1) – ha confermato che gli obiettivi del 14esimo piano quinquennale (2021-2025) saranno raggiunti, ma ha messo in evidenza un aumento delle incertezze nei prossimi cinque anni, pur non citando mai espressamente il tema dei conflitti commerciali con gli Stati Uniti.


Economia e inflazione sotto la lente


L’incontro, del resto, si è svolto in una fase di rallentamento per l’economia del Dragone, che nel terzo trimestre è cresciuta del 4,8% su anno, al di sotto del target del 5% fissato per il 2025. Guardando al prossimo quinquennio, il governo ha confermato che l’obiettivo di lungo termine resta aumentare il reddito pro-capite, portandolo ai livelli di un’economia “moderatamente avanzata” entro il 2035. Questo, stimano gli analisti di Deutsche Bank in un approfondimento (2) sul tema, equivale a un reddito pro-capite di circa 20.000 dollari (dai 13mila attuali). Per raggiungerlo, la crescita del PIL dovrebbe attestarsi intorno al 4,4% di qui ai prossimi dieci anni.


LA CRESCITA CINESE NELLE STIME DEL FMI

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Fonte: Fondo Monetario Internazionale, dati in %


La Cina è inoltre alle prese con pressioni deflazionistiche: a settembre 2025 sono scesi sia i prezzi alla produzione (-2,3% su anno) sia quelli al consumo (-0,3% su anno), mentre le difficoltà del mercato immobiliare e le tensioni commerciali minano la fiducia generale. Lo scorso maggio, il Governo ha lanciato diverse misure di stimolo, tra cui tagli dei tassi di interesse e iniezioni di liquidità, che dovrebbero contribuire a un progressivo riequilibrio della situazione. Ulteriori interventi espansivi, tuttavia, potrebbero surriscaldare i mercati azionari (l’indice CSI 300 viaggia già su livelli elevati, con un +19% da inizio anno), motivo per cui il governo per il momento resta alla finestra.


PRESSIONI DEFLAZIONISTICHE SULLA CINA

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Fonte: Fondo Monetario Internazionale, Statista. Dati in %


Tecnologia al servizio di un “sistema industriale moderno”


Dal comunicato diffuso al termine della plenaria emerge una revisione delle priorità rispetto al piano in scadenza a fine 2025, pur in un contesto di sostanziale continuità nella politica economica. Nello specifico, ora il focus è sulla tecnologia e sulla creazione di un sistema industriale moderno. Il rafforzamento dell’industria – che dovrà avvenire attraverso tecnologie smart, digitalizzazione e transizione verde – ha ora la precedenza sui servizi, fino ad oggi tra le priorità “top”.


Un concetto ribadito a più riprese è quello di una crescita di qualità, che implica il rinnovamento delle industrie tradizionali, la promozione di nuovi settori orientati al futuro e la modernizzazione del sistema industriale per renderlo più efficiente e sostenibile. Il successo non sarà più misurato soltanto dalla velocità o dalla scala della crescita, ma dalla capacità di innovare, dall’eccellenza tecnologica, dalla sostenibilità ambientale e dall’equità sociale.


Innovazione e IA sono il cuore della crescita futura


L’innovazione, naturalmente, gioca un ruolo da protagonista, tanto da essere definita la “prima forza trainante” della rinascita nazionale: il piano prevede un forte impulso alla ricerca scientifica, ai progressi nelle tecnologie di base e all’aumento della spesa in ricerca e sviluppo. La modernizzazione dell’infrastruttura industriale passerà dall’integrazione di tecnologie digitali: Intelligenza Artificiale, big data e Internet of Things. Per rendere la Cina una “smart economy” e una “smart society” entro il 2035, l'IA dovrà intrecciarsi non solo con il comparto produttivo, ma anche con quello sanitario ed educativo.


Quanto al tema dell’autosufficienza tecnologica, il documento auspica maggiore autonomia nelle aree strategiche, pur mantenendo una certa apertura alla partecipazione estera. La creazione e la tutela della proprietà intellettuale diventano centrali, riflettendo la volontà di consolidare un modello di innovazione domestica capace di competere a livello internazionale.


Big tech cinesi vs big tech Usa


Che la Cina stia puntando sulla tecnologia è chiaro da tempo e i risultati iniziano a vedersi: basti pensare a quando Deepseek ha annunciato di essere in grado di produrre chip con funzionalità simili a quelli di Nvidia a prezzi molto più bassi (3), facendo tremare le big tech statunitensi e aprendo diversi interrogativi sulle prospettive del settore.


Lo confermano anche le performance di Borsa. Abbiamo confrontato due indici assimilabili – uno che traccia l’andamento delle “Magnifiche 7” USA (Apple, Alphabet, Amazon, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla), l’altro che comprende le maggiori società tech cinesi quotate a Hong Kong o negli Stati Uniti (tra cui Tencent, Alibaba e Baidu). Se già sugli ultimi 12 mesi gli Stati Uniti vincono a mani basse (e la distanza tra le performance aumenta al crescere dell’orizzonte temporale), nel confronto da inizio anno le big tech cinesi hanno sovraperformato, sintomo di un momento favorevole per il settore. Le valutazioni più basse rispetto alle controparti statunitensi riflettono un maggior rischio percepito, ma anche interessanti opportunità di investimento.


BIG TECH CINESI ALL'INSEGUIMENTO DELLE "MAG 7"

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Fonte: Bloomberg, dati al 3/11/2025


La bozza del nuovo piano quinquennale parla infine di promuovere l’internazionalizzazione del renminbi, la valuta cinese. Un approccio più audace rispetto alla formulazione utilizzata nel piano precedente, secondo cui Pechino avrebbe sì promosso l’internazionalizzazione della valuta, ma “con prudenza”.


Verso un nuovo modello di crescita


Complessivamente, il piano conferma la volontà della Cina di ridurre la dipendenza da esportazioni e immobiliare, orientando la crescita su produzione, tecnologia e domanda interna.


In un contesto globale di frammentazione e riassetto delle catene del valore, la Cina sta dunque ridisegnando il suo modello di crescita. Il percorso sarà complesso, specialmente in una fase di rallentamento economico, ma le dimensioni del mercato, la forza industriale e la capacità di pianificazione rendono Pechino un attore imprescindibile del nuovo ciclo economico globale.


Per gli investitori, la Cina continua a rappresentare un’opportunità interessante, sempre – s’intende – nel contesto di un portafoglio ben diversificato e in un’ottica di lungo periodo.




(1) https://it.finecobank.com/fineconomy/article/faccia-a-faccia-trump-xi-luci-e-ombre/

(2) https://wealth.db.com/content/dam/deutschewealth/insights/investing-insights/investing-themes/2025/China-4th-Plenum-and-15th-five-year-plan/perspectives-special-chinas-4th-plenum-and-15th-five-year-plan.pdf

(3) https://it.finecobank.com/fineconomy/article/cigni-grigi-cambiamento-e-mercati/


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